MIREILLE DELMAS-MARTY

Mireille Delmas-Marty nasce nel 1941 a Parigi. Dopo essersi distinta per i suoi meriti accademici, diventa docente di studi giuridici comparati al Collège de France e membro dell’Accademia di Scienze morali e politiche de Institut de France.

Delmas-Marty è studiosa, e prima di tutto appassionata, di diritto penale comparato. Per oltre tre decenni guida con metodo innovativo e spirito visionario vari gruppi di ricerca sui temi più affascinanti e complessi dell’attualità giuridica in materia penale.

Una “direzione ferma ma al contempo aperta al confronto” fa sì che intorno a Delmas-Marty si crei una piccola comunità di studiosi con le proprie specificità nazionali, uniti da una visione comune, capace di cogliere le sfide che il nascente diritto penale europeo pone.

Prima tra tutte, la sfida di ricercare un’armonizzazione reale volta a superare la matrice autarchica del diritto penale, pur nel rispetto dei principi di sussidiarietà e legalità. Ma anche gli studi sui nuovi organismi sovranazionali e internazionali e sulla progressiva universalizzazione dei diritti, capaci di limitare il fenomeno del c.d. forum shopping.

Definita jurispoète, Delmas-Marty è infatti una giurista di professione e poeta nello sguardo con cui abbraccia e interroga la realtà che la circonda. Impegnandosi attraverso scritti, ricerche e incarichi istituzionali, contribuisce in maniera profonda a tratteggiare possibili soluzioni al senso di smarrimento moderno.

Ci lascia con un libro dal titolo evocativo “Una bussola dei possibili”, uscito nel 2020 poco prima della sua scomparsa. In un’acuta analisi sulla giustizia globale, di fronte allo spaesamento dato da “venti opposti”, Delmas-Marty individua nell’umanesimo giuridico la bussola da cui ripartire per fondare un nuovo mondo, un mondo in cui “la persona” torni al centro.