credits: Carlotta Artioli

Diritto Idee Persone

Bibliografia

  • AA.VV., Alberto Trabucchi, in Enciclopedia Biografica Universale Treccani, XIX, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 2007
  • Gabor Hamza, Origine e sviluppo degli ordinamenti giusprivatistici moderni in base alla tradizione del diritto romano, Santiago de Compostela, Andavira Editore, 2013.
  • Stefano Delle Monache e Giovanni Gabrielli (a cura di), Alberto Trabucchi, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 2021.

Alberto Trabucchi nasce a Verona nel 1907 e si laurea a Padova a soli 21 anni. Ha la fortuna di poter decidere cosa diventare: avvocato, militare, docente, banchiere. Sceglie la carriera accademica e diventa il “maestro” che tutti oggi conosciamo. Dal ‘42 assume stabilmente la cattedra di diritto civile nell’ateneo di Padova. Quella dell’insegnamento universitario è un’autentica vocazione.
Nel ‘43 esce la prima edizione delle Istituzioni di diritto civile. Nel suo manuale Alberto mette in pratica il convincimento di tutta una vita: il diritto non deve essere imposto, ma spiegato. Vi deve essere un collegamento tra diritto e società.
Sulla scorta dell’esperienza tragica delle guerre mondiali, bisogna passare ad un diritto che vive nella realtà e che attraverso la realtà vivifica l’ordinamento. Norma ed etica, quindi. Il legislatore deve ispirarsi ai valori fondamentali: i principi costituzionali, ma anche i principi che derivano dalla Convenzione Europea Diritti dell’Uomo.
E qui l’Europa, l’altro grande amore di Alberto, che condivide il medesimo spirito dei redattori del Manifesto di Ventotene. Nominato giudice della Corte Giustizia nel marzo del 1962, ricoprirà l’incarico per 10 anni. Che c’entra un civilista puro in un contesto del genere? Risponde Alberto “Cosa sarebbe la Comunità così delineata nel diritto, se non una comunità di cittadini, nella quale, proprio per questi, si sviluppa il nuovo ius civile a dimensione ultrastatuale?”
Un nuovo ius, quindi, con un’efficacia diretta negli ordinamenti nazionali, come cristallizzato nella storica sentenza Van Gend & Loos del 1963. Sarebbe fallimentare per l’Unione fissare il nuovo ordine entro gli schemi del diritto internazionale classico. Qui troviamo l’apporto del grande civilista.
Amante della natura, trova pace tra i vigneti e ulivi di Illasi, dove per quarant’anni riveste la carica di primo cittadino, e nel paesaggio montano dell’amata San Vito di Cadore. Riecheggia in lui la vastità degli spazi “l’essenza del diritto è la tutela dei diritti inviolabili dell’uomo e oggetto del diritto è la libertà dell’uomo”.