credits: Carlotta Artioli

Diritto Idee Persone

Bibliografia

    • Saggi di diritto processuale civile 1900-1930, Roma, 1933
    • Nuovi saggi di diritto processuale civile, 1930
    • Princìpii di diritto processuale civile, Napoli, 1928

Giuseppe Chiovenda nasce a Premosello (Novara) il 2 febbraio del 1872 da una famiglia benestante. Amante della poesia, vuole studiare lettere ma il padre lo convince ad iscriversi a Giurisprudenza. Si laurea nel 1893 all’Università di Roma, discutendo con Vittorio Scialoja una tesi sulle spese nel processo civile romano. Ottiene successivamente la cattedra all’Università di Parma, cui fanno seguito Bologna, Napoli e Roma.
Nel solco dell’insegnamento Scialojano, difende la tradizione romanista e degli studi storici, soprattutto attraverso l’uso e l’analisi della dottrina tedesca. Secondo Giuseppe tutto quanto vi è di buono nell’attuale sistema processuale deriva dal diritto romano, mentre quanto vi è di cattivo è frutto di una degenerazione (canonistica e germanistica) del modello romano.
A Giuseppe si deve il merito di una trattazione scientifica della materia processuale, rinominata non a caso “diritto processuale civile” e non più “procedura”, suggellata nel trattato I principi del diritto processuale civile del 1906. Non solo, Giuseppe è fermo sostenitore della funzione pubblica del processo civile, al pari di quello penale: attraverso l’azione del privato all’interno del processo si promuove l’interesse dello Stato all’attuazione della legge.
Giuseppe spinge per una riforma ad ampio raggio, in cui il giudice assume un ruolo attivo e predominante, sulla scorta del modello austriaco di recente attuazione. Sfiora questa possibilità quando nel 1918 viene chiamato a presiedere la Commissione giustizia del dopo Guerra e redige un progetto in 204 articoli, che però non andrà mai in porto.
Sebbene non riceva più incarichi ufficiali a causa dell’ostilità del Ministro Rocco, suo antico rivale accademico, continua l’attività di scrittore e polemista, condividendo il suo pensiero con i suoi pari e discepoli tra cui Carnelutti, Calamandrei e Segni. Attorno a Giuseppe Chiovenda si forma una vera e propria scuola che ha come organo la rivista fondata nel 1924 a Padova insieme a Carnelutti.