credits: Carlotta Artioli

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Bibliografia

        • La dottrina pura del diritto, a cura di R. Treves, Torino: Einaudi, 1952 (dal 1967 col titolo “Lineamenti di dottrina pura del diritto”)
        • Società e Natura: ricerca sociologica, a cura di L. Fuà, Torino: Einaudi 1953
        • I fondamenti della democrazia e altri saggi, Bologna: Il Mulino, 1966
        • La giustizia costituzionale a cura di Carmelo Geraci; premessa di Antonio La Pergola, Milano: Giuffre, 1981
        • La Democrazia, trad. di Giorgio Melloni, Bruno Flery, Anna Maria Castronuovo, Bologna: Il Mulino, 1985
        • Teoria generale delle norme, a cura di Mario G. Losano. Traduzione di Mirella Torre, Torino: Einaudi, 1985
        • Il problema della sovranità e la teoria del diritto internazionale. Contributo per una dottrina pura del diritto, a cura di Agostino Carrino, Milano: Giuffré, 1989
        • La pace attraverso il diritto, a cura di Luigi Ciaurro, Torino: Giappichelli, 1990
        • Hans Kelsen – Renato Treves, Formalismo giuridico e realtà sociale a cura di Stanley L. Paulson, Napoli: Edizioni scientifiche italiane, 1992
        • Il concetto sociologico e il concetto giuridico dello Stato. Studio critico sul rapporto tra Stato e diritto a cura di Ag. Carrino, Napoli: Edizioni scientifiche italiane, 1997
        • Il problema della giustizia, a cura di Mario G. Losano. Nuova edizione, Torino: Einaudi, 1998
        • Hans Kelsen – Umberto Campagnolo, Diritto internazionale e Stato sovrano. A cura di Mario G. Losano, con un inedito di H. Kelsen e un saggio di N. Bobbio, Milano: Giuffrè, 1999
        • Teoria Generale del Diritto e dello Stato, Milano: Etas, 2000
        • Lo Stato come Superuomo. Una risposta (1926), traduzione e cura di Antonino Scalone, Torino: Giappichelli, 2002
        • Scritti autobiografici, traduzione e cura di Mario G. Losano, Reggio Emilia: Diabasis 2008
        • Causalità e retribuzione, traduzione e cura di Fabrizio Sciacca, in “Filosofia politica”, 22:2 (2008)
        • Dottrina generale dello Stato, a cura di Joerg Luther ed Enrico Daly, Giuffré, Milano, 2013
        • Religione secolare, traduzione di P. Di Lucia e L. Passerini Glazel, Milano: Raffaello Cortina, 2014
        • Due saggi sulla democrazia in difficoltà (1920-1925). A cura di Mario G. Losano, Aragno, Torino 2018

    Hans Kelsen nasce a Praga l’11 ottobre 1881 da una famiglia ebraica. A Vienna inizia i suoi studi di diritto e, dopo la laurea, diventa ordinario di diritto pubblico e filosofia del diritto.

    Noto per il suo magistrale libro “la Teoria pura del diritto”, in pochi sanno che la sua prima pubblicazione è stata una monografia su Dante Alighieri intitolata “La Teoria dello Stato in Dante”.

    Assiste al crollo della monarchia austroungarica e partecipa alla redazione della Costituzione della nascente Repubblica Federale austriaca, diventandone giudice costituzionale.
    Sciolta la corte si trasferisce a Colonia per insegnare Diritto Internazionale.
    Entra in conflitto con l’altro grande giurista del tempo Karl Schmitt sull’organo a cui affidare la “custodia della costituzione”. Al giudice costituzionale, come vuole Kelsen o al capo dello Stato, come predica Schmitt.

    Siamo nel 1933 e Kelsen, ebreo, è costretto a lasciare la Germania ed iniziare una vita da esule prima a Ginevra, poi Praga e infine oltreoceano negli USA.

    Nonostante il difficile momento storico è in questi anni che Kelsen perfeziona il suo pensiero che trova più compiuta formulazione nell’opera Reine Rechtslehre.

    Con “dottrina pura del diritto” Kelsen intende affrancarsi dal giusnaturalismo e dal giusrealismo: il diritto va degustato in purezza, liberato da ogni legame con nozioni morali, politiche e sociologiche.

    La funzione del diritto è quella di qualificare i comportamenti umani attraverso delle norme poste dal legislatore. Di una norma non può dirsi se è giusta o opportuna, quello è compito dell’etica e della politica, ma solo se è valida. Cioè se è conforme a criteri di emanazione: da fonte gerarchica superiore a inferiore secondo una costruzione a gradini fino a risalire alla Grundnorm, norma che fonda l’intero ordinamento.

    Kelsen lascia in eredità una vera e propria nuova dottrina giuridica, il giuspositivismo. Un’eredità contro cui sono state sollevate critiche certo, ma da cui non si può prescindere.