credits: Carlotta Artioli

Diritto Idee Persone

Bibliografia

  • Massimo Pavarini, Bruno Guazzaloca, L’ esecuzione penitenziaria, UTET , 1995
  • Massimo Pavarini, Bruno Guazzaloca, Saggi sul governo della penalità. Letture integrative al corso di diritto penitenziario, Martina , 2007
  • Massimo Pavarini, Corso di istituzioni di diritto penale: 2014, Bononia University Press , 2014
  • Massimo Pavarini, Ius17@unibo.it (2013). Vol. 3: Governare la penalità. Struttura sociale, processi decisionali e discorsi pubblici sulla pena, Bononia University Press , 2014
  • Livio Ferrari, Massimo Pavarini, Basta dolore e odio. No prison. Ediz. integrale, Apogeo Editore , 2018
  • Dario Melossi, Massimo Pavarini, Carcere e fabbrica. Alle origini del sistema penitenziario, Il Mulino , 2018

Massimo Pavarini nasce a Bologna il 3 marzo 1947 e si laurea in giurisprudenza nel 1971, diventando professore ordinario di diritto penale all’Alma Mater.

Allievo di Bricola e Baratta, ben presto si afferma come uno dei massimi studiosi italiani della penalità, tradotto e letto in tutto il mondo.

Da convinto realista quale è studia il diritto penale “in the facts”, non solo “on the books”. E dai dati della realtà parte la sua controffensiva alla “cultura patibolare” di cui è intriso il discorso pubblico sulla penalità.

Sul finire degli anni ‘70 pubblica insieme a Dario Melossi “Carcere e fabbrica”, pietra miliare degli studi sul sistema penitenziario insieme a “Sorvegliare e punire” di Foucault e “Pena e struttura sociale” di Rusche e Kirchheimer.

Attraverso un’attenta ricostruzione, Pavarini pone in luce il carattere storicamente collocato del sistema carcerario, come invenzione del capitalismo per neutralizzare il problema delle classi subalterne, mediante la pretesa punitiva e la disciplina.

Per Pavarini, nel sistema attuale, la pena non ha nulla di “rieducativo”, ma anzi sotto questo falso mito si nascondono trattamenti al limite del disumano. Come può un sistema oppressivo e violento centrare obiettivi di risocializzazione ?

In “No prison”, manifesto per l’abolizione del carcere scritto insieme a Livio Ferrari, muove le sue più acute e lucide critiche al sistema attuale e all’idea purificatrice dell’afflizione punitiva, avanzando misure alternative al carcere che diano piena attuazione all’art 27 della Costituzione.

Per dirla con le parole dell’autore “L’atto del delinquere comporta una frattura nel tessuto sociale. È necessario dunque ricomporre questa frattura, ma per farlo è necessario trovare un modo che non comporti sofferenza e dolore.”